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Cielo nero
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Pianeta e la luna
Pianeta e la luna

Albert Einstein

"Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo universo, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza."

Immagine del redattoreCristina Gallosti

Educazione emotiva: l'importanza delle emozioni nell'apprendimento




Nell'attuale epoca in cui viviamo, ci troviamo immersi in una società in continua evoluzione,

caratterizzata da una complessità che ci espone a molteplici sfide. Tale contesto rende il compito

educativo dei genitori tutto fuorché agevole. Al giorno d'oggi, rispetto al passato, è possibile

notare la presenza di un maggior numero di risorse professionali a disposizione, oltre alla

necessità di soddisfare diverse esigenze psicologiche e fisiche. Le famiglie moderne spesso si

configurano con genitori che lavorano, un quadro meno comune rispetto a cinquant'anni fa,

quando le donne erano principalmente dedite alle faccende domestiche e all'educazione dei

figli. L'approccio educativo severo di un tempo sembra essere stato sostituito da uno più

indulgente, mirato spesso a soddisfare tutti i desideri dei figli.

Recentemente, si è diffusa una modalità educativa in cui i genitori vengono etichettati come

"elicottero"; genitori che pongono molte aspettative sui propri figli e si coinvolgono

eccessivamente nella loro vita, contribuendo ad accrescere insicurezze e comportamenti

dominanti.

Chi sono i genitori "elicottero"?

Questa definizione ha preso forma nel 1969, quando Haim Ginnott, autore del libro "Tra

genitore e adolescente", descrisse sua madre come un elicottero che volteggiava su di lui. Nel

2000, il termine "genitori elicottero" o, riferito alla madre, "mamma elicottero", venne adottato

per descrivere un fenomeno ampiamente diffuso tra le famiglie della classe media nei paesi più

sviluppati.

I genitori "elicottero" sono coloro che dimostrano un'eccessiva preoccupazione per i propri figli,

assumendo un ruolo iperprotettivo e cercando di risolvere tutti i loro problemi e prendere

decisioni al loro posto, anche le più insignificanti. Fondamentalmente, questi genitori sembrano

costantemente sorvolare i propri figli, pronti a intervenire al minimo cenno di "pericolo". Spesso

finiscono per svolgere i compiti al posto dei figli, entrare in conflitto con gli insegnanti riguardo a

voti e comportamenti, criticare gli allenatori che promuovono la competizione, soddisfare ogni

desiderio e trasformarsi in amici e confidenti, privando così i figli dell'autonomia e

dell'esperienza della frustrazione.

In Italia, i genitori che manifestano tali atteggiamenti vengono comunemente definiti "chioccia",

sebbene in questo contesto il termine trasmetta un'accezione meno negativa rispetto a quanto

riscontrato negli Stati Uniti. Ciò che viene considerato pericoloso non è solo l'eccessivo controllo

che una madre o un padre preoccupato possano avere, ma anche l'ingerenza nella vita dei figli,

nelle loro passioni, amicizie o attività. Questo comportamento può trasformare la normale

curiosità e desiderio di esplorare dei bambini in ansia e timore, trasmettendo loro

implicitamente un senso di incapacità.

Uno degli aspetti più comuni dell'iperprotezione è la tendenza a sostituirsi ai figli e compiere le

azioni al loro posto, eliminando le difficoltà per timore che i figli possano fallire. Tale condotta

porta i figli a essere meno responsabili, generando insicurezze riguardo alle proprie capacità. Di

conseguenza, i figli finiscono per chiedere aiuto ai genitori in molteplici circostanze, spesso

reagendo con aggressività quando i propri bisogni non vengono soddisfatti immediatamente.

I bambini che crescono con genitori iperprotettivi potrebbero sviluppare una personalità

insicura, instabile e dominante. Abituati all'assistenza costante dei genitori, potrebbero dare per

scontato ogni cosa, anche le relazioni con amici e la società. Spesso, potrebbero faticare a

definire la propria identità, circondati fin dall'infanzia da giocattoli, abiti, computer e cellulari, e

potrebbero vivere con ansia il bisogno di eccellere nel tempo.

La presenza eccessiva dei genitori potrebbe generare inquietudine, paura e incapacità di

affrontare la frustrazione nei bambini, impedendo loro di prendere decisioni o di assumersi

responsabilità. Il principale problema risiede nel fatto che i bambini soffocati dall'eccessiva

protezione potrebbero non imparare a risolvere i problemi della vita, privandosi così della

possibilità di costruire fiducia in se stessi. Alla fine, potrebbero diventare dipendenti dai genitori

per evitare di sentirsi soli.

Uno studio condotto presso l'Università di Mary Washington negli Stati Uniti ha coinvolto 297

studenti universitari tra i 18 e i 23 anni, confermando tali preoccupazioni. Gli studenti sono stati

intervistati riguardo ai comportamenti dei genitori, alla gestione delle situazioni di vita, alle

relazioni interpersonali, all'autonomia, alla soddisfazione nella vita e ai sintomi di ansia o

depressione.

I risultati hanno evidenziato una forte correlazione tra il controllo eccessivo dei genitori

"elicottero" e il disagio percepito dagli studenti nella loro vita quotidiana. I figli di genitori

iperprotettivi hanno mostrato livelli più elevati di depressione, minore soddisfazione nella vita,

minore percezione di autonomia, competenza sociale ridotta e minori capacità relazionali.

Inoltre, hanno presentato un maggiore rischio di sviluppare disturbi d'ansia e dell'umore.

La ricerca internazionale ha individuato problemi misurabili nei risultati scolastici e nello

sviluppo emotivo dei figli, derivanti dall'interazione genitoriale. Diversi settori scientifici

evidenziano le sfide che i giovani devono affrontare, mettendo in luce una crescente

problematica legata all'"analfabetismo emotivo" e alla ricerca di realizzazione personale.

Di recente, due sociologi americani hanno scoperto che un coinvolgimento eccessivo dei genitori

potrebbe avere un impatto negativo sulle relazioni umane ed educative. Nonostante le

differenze tra Italia e Stati Uniti, i ricercatori Robinson e Harris offrono spunti di riflessione sui

processi educativi, sottolineando l'importanza di comprendere le dinamiche tra famiglie e scuole

e il ruolo dei pregiudizi culturali nell'istruzione. Dopo un'analisi trentennale sull'interazione

genitoriale, Robinson e Harris consigliano ai genitori di "preparare il terreno e poi lasciarlo",

evidenziando che l'interazione genitoriale non rappresenta il fattore determinante per ridurre le

differenze di successo scolastico legate a fattori razziali ed etnici.

Nel complesso, la maggior parte dei comportamenti genitoriali esaminati, come la presenza alle

riunioni scolastiche, l'attenzione ai risultati scolastici dei figli e il controllo delle assenze, non

sembrano avere un impatto sulle prestazioni scolastiche dei figli durante la scuola primaria e

media. La ricerca quantitativa suggerisce di concentrarsi sui dettagli delle relazioni umane ed

educative per individuare le possibili cause delle disparità e degli insuccessi nell'apprendimento

e nello sviluppo psico-identitario. A volte, queste problematiche possono essere accentuate da

preconcetti presenti all'interno della scuola. La partecipazione più limitata dei genitori delle

minoranze etniche spesso dipende dalla scarsa conoscenza dei metodi di coinvolgimento

scolastico, da una diversa concezione del rapporto con gli insegnanti e da difficoltà linguistiche.

Gli insegnanti, interpretando questa riservatezza come causa dei problemi scolastici dei

bambini, ritengono che derivi da un'ignoranza istituzionale. Le prospettive di ricerca e intervento

pedagogico si concentrano sulla valorizzazione della mediazione come strumento educativo,

rivedendo il coinvolgimento dei genitori a scuola e affidando la gestione a professionisti

dell'educazione. L'istituzione scolastica dovrebbe collaborare con educatori e pedagogisti per

guidare i genitori nella scelta delle forme più adeguate di partecipazione educativa, tenendo

conto delle specificità di ogni famiglia, del livello socioeconomico, dell'appartenenza culturale e

delle competenze relazionali.

L'interazione con le persone, sia nel contesto personale che professionale, è intrinsecamente

legata alle emozioni. Le emozioni non sono né positive né negative; ciò che conta di più nella

quotidianità è saperle gestire anziché subirle. Questo contributo propone una riflessione sui

significativi aspetti della ricerca pedagogica e didattica relativi ai bambini e al loro mondo

emotivo. L'obiettivo è offrire un supporto per stimolare una riflessione e un'analisi preziose per

coloro che operano quotidianamente in ambiti educativi. Prestare attenzione al lato emotivo

costituisce la base per comprendere ogni singolo bambino in modo empatico, attivando

interventi adeguati e rispondenti alle differenti esigenze, incentivando così l'apprendimento per

renderlo significativo nella vita. Le emozioni sono al centro dell'essere individuo,

rappresentando la stessa essenza della vita. Ascoltare e rispettare le emozioni equivale ad

ascoltare e rispettare la persona nella sua interezza. Le nuove prospettive teoriche nell'ambito

delle Scienze dell'Educazione hanno portato a una rivisitazione dei concetti e delle basi

fondamentali, abbandonando le certezze della modernità per abbracciare la complessità e

l'incertezza dell'era post-moderna. Questa visione pone l'essere umano al centro, superando le

antiche dicotomie tra emozione e corpo. Le emozioni sono intrecciate tra il fisico e il mentale,

contribuendo al potenziale cognitivo umano. Il termine "emozione" deriva dal latino volgare

"exmovere", che significa muovere verso l'esterno. Le emozioni, come profondi fenomeni

intrapsichici, a volte sfuggono alle parole. Nonostante i molteplici significati, le emozioni sono

uniche nei processi fisici e psichici, anche di fronte a reazioni emotive diverse. Le emozioni sono

fenomeni multidimensionali che coinvolgono cambiamenti fisiologici, comportamentali e

psicologici. Integrare l'aspetto emotivo nell'educazione come fondamentale per lo sviluppo della

conoscenza è essenziale, così come insegnare il riconoscimento, l'accettazione e la gestione delle

emozioni. La gestione emotiva influisce positivamente sull'autostima, sulla fiducia e quindi sul

successo personale e lavorativo, migliorando la qualità della vita. Le emozioni rappresentano

risposte immediate agli stimoli ambientali, influenzando la mente e le reazioni. Le emozioni

svolgono un ruolo cruciale nelle esperienze di vita e di lavoro, trasformandosi nel motore dei

nostri comportamenti, fondando la nostra identità e influenzando le scelte e il pensiero. Ragione

ed emozione non sono in contrasto, ma si integrano in ogni funzione cognitiva ed emotiva,

agevolando la capacità di pensare e decidere. Il successo nell'apprendimento non dipende

solamente dall'intelligenza e dalla razionalità, ma anche dal significativo ruolo delle emozioni.

Le emozioni sono cruciali per il successo dell'apprendimento, poiché favoriscono l'assimilazione

di conoscenze e significati, migliorano l'esperienza degli studenti e agevolano il trasferimento e

l'applicazione delle competenze acquisite, coinvolgendo le risorse emotive personali. In passato,

non si riconosceva l'importanza di questo aspetto e le emozioni non ricevevano molta

attenzione a scuola poiché non erano valutabili oggettivamente e potevano interferire con le

attività didattiche tradizionali.

Educazione Emotiva: Contrastare l'Analfabetismo Emotivo nel Processo di Apprendimento

Per lungo tempo, il sistema educativo ha privilegiato principi lineari e curriculari, trascurando la

complessità individuale e le caratteristiche personali. Grazie a diversi studi e alle linee guida

nazionali del curriculum per la Scuola 2012, si è compresa l'importanza dell'aspetto emotivo

nella comunicazione, nelle interazioni sociali e nell'apprendimento scolastico. L'essere umano è

finalmente stato riconosciuto come una combinazione di razionalità ed emotività, quindi

l'educazione e il processo di apprendimento devono considerare entrambi gli aspetti. Le

emozioni influenzano il processo di apprendimento, guidando le decisioni e la formazione delle

idee. Secondo Piaget, per un equilibrato sviluppo della personalità, è fondamentale l'interazione

tra cognizione e affettività poiché c'è una forte connessione nel pensiero umano tra il piano

emotivo e intellettuale. Gli studi sulle intelligenze multiple di Gardner mettono in evidenza

l'importanza delle emozioni nell'apprendimento, dimostrando che uno studente che si

appassiona a un argomento imparerà con maggiore successo rispetto a chi affronta una materia

priva di interesse. Goleman, con le sue ricerche sull'intelligenza emotiva, enfatizza il ruolo

cruciale delle emozioni nella vita quotidiana e nei successi o insuccessi personali. Potenziare

l'intelligenza emotiva diventa quindi essenziale per il benessere psicologico, creando un

equilibrio tra stati emotivi positivi e negativi. Goleman sottolinea che le "lezioni emotive"

apprese a scuola plasmano le risposte emotive della persona, evidenziando l'importanza di un

intervento precoce sull'educazione emotiva sin dai primi anni di istruzione. Per favorire questo

processo, è cruciale inserire l'educazione emotiva al centro dell'apprendimento, utilizzando

metodologie didattiche adatte ai contesti educativi.

Le emozioni possono diventare una risorsa importante nell'ambito educativo quando vengono

integrate nell'insegnamento. Oltre ai contenuti, è essenziale che gli studenti non solo riflettano e

analizzino, ma anche sentano e partecipino attivamente. Un insegnante che tiene conto degli

aspetti emotivi durante la pianificazione delle lezioni può trasformare le emozioni in uno

strumento didattico efficace, bilanciando ragione, emozione e cognizione. Il principale obiettivo

della didattica emotiva dovrebbe essere il benessere complessivo degli studenti. Coinvolgere

emotivamente gli studenti rende l'apprendimento più umano e diffondere emozioni positive

genera sentimenti positivi aggiuntivi. Comprendere questo processo significa avviare un

cammino verso l'apprezzamento delle emozioni, prestando la massima attenzione agli studenti

e al loro apprendimento. Imparare a suscitare emozioni positive e gestire quelle negative risulta

fondamentale.

Le metodologie didattiche, come il cooperative learning, favoriscono il confronto e offrono uno

spazio di crescita in cui gli studenti possono mettere alla prova le proprie competenze e

sviluppare la propria identità. Interagendo con i propri pari e gli insegnanti, i processi emotivi e

relazionali diventano centrali. L'importanza del gruppo-classe nella didattica delle emozioni

risiede nella capacità di creare relazioni, costruire fiducia ed empatia, stimolare la curiosità verso

i temi trattati e promuovere energie positive, favorendo così nuovi apprendimenti. L'intervento

educativo mira a promuovere il benessere socio-emotivo attraverso l'insegnamento delle abilità

legate alla competenza emotiva: riconoscere e esprimere emozioni, valutarne l'intensità, gestirle,

aumentare la resilienza allo stress e distinguere tra emozioni e azioni. L'educazione alla

competenza emotiva è fondamentale per il processo di apprendimento, poiché favorisce la

motivazione e il raggiungimento di obiettivi scolastici cruciali. Le emozioni svolgono un ruolo

chiave nella didattica, diventando una risorsa importante per la crescita individuale. Promuovere

la competenza emotiva genera interesse attivo, coinvolgimento, fiducia e un clima di

collaborazione in classe, favorendo lo scambio costruttivo e lo sviluppo di relazioni positive.

Creare un ambiente umano inclusivo, che accoglie tutte le emozioni, è essenziale per il successo

scolastico e un apprendimento autentico, rendendo gli studenti protagonisti del proprio

percorso educativo.

SUPPORTARE E ACCOMPAGNARE LE FAMIGLIE

Le attese dei genitori si sono evolute nel tempo, mostrando una maggiore consapevolezza

sull'importanza del legame genitoriale nel plasmare la personalità dei figli. Questo ci pone di

fronte a una rilevante responsabilità, spesso trascurata in passato.

Attualmente, molte famiglie affrontano la sfida di crescere i propri figli senza il tradizionale

sostegno familiare, spesso in un contesto isolato. Questa situazione, insieme alla crescente

consapevolezza del ruolo genitoriale, genera incertezze e dubbi, spingendo molti a cercare

risposte da professionisti come se cercassero una panacea. È di fondamentale importanza

comunicare che le sfide genitoriali costituiscono una parte normale del processo di crescita.

In ogni fase della vita, dobbiamo affrontare sfide cruciali per il nostro sviluppo personale. I

genitori devono consentire ai propri figli di affrontare paure e errori, anziché proteggerli

costantemente. È essenziale abituarli gradualmente a fronteggiare delusioni e superare ostacoli

per crescere.

Per evitare un eccessivo protezionismo, è cruciale incoraggiare i genitori a non intervenire

eccessivamente nella vita dei figli, permettendo loro di apprendere dagli errori. Un approccio

efficace consiste nel "lanciare il sasso per raccogliere la gemma".

Ad esempio, riconoscere piccoli errori e chiedere scusa aiuta i bambini a comprendere che i

genitori non sono infallibili. Benché possa provocare ansia nei genitori abituati a un ruolo

protettivo, è essenziale gestire le emozioni, compresa la paura di lasciare che i figli si arrangino

da soli.

Goleman sottolinea che l'attenzione, la vicinanza, l'ascolto attivo, la comunicazione efficace e il

tempo dedicato sono elementi chiave per costruire un legame positivo tra genitori e figli.

L'educazione emotiva favorisce l'empatia, fondamentale per lo sviluppo dell'altruismo. È

essenziale sviluppare l'autocontrollo e la compassione, qualità morali rilevanti nella società

contemporanea.

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